Il Barolo all’estero
L’eredità culturale che un prodotto tipico porta con sé va oltre l’aspetto culinario, ripercorre la storia del territorio. Sono pochi i prodotti che riescono a raccontare la storia e la loro eredità culturale come il vino, che si fa portavoce della tradizione di una regione e di un Paese intero, raccontando anche la magnifica storia di una famiglia.
Per questo motivo esportare prodotti italiani all’estero è necessario, per internazionalizzare un’azienda che ha molto da raccontare. Per portare le proprie bottiglie all’estero, Achille Boroli ha scelto un partner, il négociant Mähler&Besse, di altrettanta eccellenza. Una scelta, affiancata da una riduzione della produzione per potersi concentrare sulla qualità, che si è rivelata un investimento virtuoso.
Il mercato più ricettivo per l’esportazione di Barolo e Barbaresco è quello degli Stati Uniti, con una quota che sfiora il 20%, secondo quanto rivelato da un’indagine del Consorzio Barolo Barbaresco Alba Langhe Dogliani. Per incidenza delle esportazioni, seguono gli USA la Germania, il Regno Unito, la Scandinavia, la Svezia e alcuni mercati nuovi, in forte espansione come quelli di Asia e Oceania.
L’osservatorio dell’Unione italiana vini aggiunge un dato importante: l’export di Barolo ha registrato, nel 2021, un +22% sul 2020: è proprio al mercato estero che è destinato l’80% del Barolo che viene prodotto. La quota delle vendite nazionali, infatti, si assesta intorno al 20% della produzione.
Qualità del prodotto e della lavorazione, materia prima eccellente, un periodo di invecchiamento di almeno 38 mesi, una sfumatura diversa in base alle diverse conformazioni geologiche e microclimatiche, la cultura e la passione che ci accompagna da secoli: questo è il segreto del successo del Barolo, in Italia e all’estero.