Conseguenze del riscaldamento climatico sulla produzione vitivinicola
Numerose sono le ripercussioni del riscaldamento globale sui vini, a partire dalla produzione. Le piante sono in sofferenza, la resa è inferiore al passato e i grappoli si bruciano sempre più facilmente. L’uva cresce in un habitat non più ottimale, seccandosi sul lato rivolto verso il sole ma non rendendo possibile la normale maturazione degli acini presenti sul versante opposto, che rimangono acerbi.
In questo clima incerto, in risposta a conseguenze sempre più difficili da gestire, c’è stato il tentativo di preservare le tradizioni, i territori e i vini stessi, attuando piccoli adeguamenti alla produzione classica. In questa circostanza è necessario parlare delle vendemmie anticipate. Una conseguenza diretta dell’aumento di temperatura degli ultimi anni: con un clima più caldo l’uva matura prima, anche se in modo non uniforme, sorge quindi la necessità di raccoglierla e lavorarla in tempi inferiori a quelli a cui si era abituati. Questa soluzione può comportare alcune complicazioni: la raccolta anticipata può compromettere la corretta accumulazione di composti secondari, che consentono di formare l’insieme di aromi che caratterizza un vino di qualità.
Scopri di più sulle tecniche e sui tempi di vendemmia nel nostro articolo Come capire quando è il momento di vendemmiare?
Tecniche per ridurre l’impatto del global warming sulla produzione di vino italiano
Per riuscire a fronteggiare al meglio l’impatto del global warming sulla produzione vitivinicola, ci sono diversi accorgimenti che potrebbero tornare utili: uno tra questi è sicuramente il controllo della chioma.
Non trascurare le foglie della vite è un must in condizioni climatiche come quelle che stiamo attraversando. Per far fronte alle sempre più frequenti scottature solari sull’uva, è necessario riconsiderare quanto fogliame tenere per consentire una corretta ombreggiatura. In passato spesso si rimuoveva gran parte della chioma per permettere ai frutti di prendere più sole possibile, oggi invece è bene lasciare una parete fogliare molto ampia, in modo che possa proteggere ed ombreggiare i grappoli.
Un’altra soluzione spesso adottata per ridurre l’impatto del riscaldamento globale sulla produzione vitivinicola si avvale di una tecnica agronomica denominata “sovescio”, utile per combattere le piante infestanti in modo naturale e regolare la vigoria delle viti. Vi sono poi alternative che possono essere complementari ad altre soluzioni, come l’inerbimento, che riduce il rischio di erosione, aumenta la biodiversità e protegge il terreno dal sole tenendo la temperatura sotto controllo.
Si può utilizzare inoltre il caolino (una polvere derivata dall’omonima roccia), per riflettere la luce e mantenere una temperatura minore ed uniforme su grappoli e foglie.
Infine, l’uso di alghe naturali è di fondamentale importanza per combattere alcune patologie fungine della vite e come aiuto e sostegno allo sviluppo delle piante.
Ci sono molte opzioni per rispondere al global warming e al suo effetto sulla produzione vinicola in modo efficace, senza mai trascurare l’importanza di mantenere la naturalezza del prodotto per garantire un’ottima crescita delle piante e un aroma equilibrato e caratteristico.
Tenacia e spirito di adattamento solo le risorse fondamentali per garantire la qualità, per continuare a raccontare, annata dopo annata, una storia di unicità ed eccellenza.